Biometano, Retina costruisce 21 impianti a Sud: investimento da 600 milioni

I primi saranno operativi a novembre: presidio contro inquinamento da nitrati dei territori. Nell’iniziativa Actarus Renewables ed Eren Industries con Macquarie Capital

Retina si prepara a costruire 21 impianti di biometano a Sud, tra Lazio e Campania. La holding, che ha al suo interno diverse società di scopo dedicate ai diversi impianti, raccoglie gli investimenti di Actarus Renewables, Eren Industries e Macquarie Capital. Per i primi nove impianti, del valore di circa 300 milioni di euro – e per cui è stata avviata la costruzione nel settembre 2024 con la novarese Techbau come Epc contractor – la società ha ricevuto un pacchetto di finanziamento di circa 240 milioni di euro da un pool di banche tra cui Bnp Paribas, Ing Bank, Intesa Sanpaolo, Société Générale e UniCredit, con il supporto di Sace che ha emesso la Garanzia Archimede a sostegno degli investimenti infrastrutturali e produttivi.

Altri 12 impianti

I nuovi impianti godono tutti dell’incentivo Pnrr in conto capitale e in tariffa (hanno partecipato al terzo bando dedicato, previsto dal dm 15 settembre 2022). Sorgeranno a Velletri (Roma), Pontinia e Terracina (Latina), Sessa Aurunca (due impianti), Pignataro Maggiore (due impianti), Pietravairano e Dragoni (tutti in provincia di Caserta). I primi entreranno in esercizio a novembre 2025, gli ultimi a marzo 2026. A questo primo gruppo si aggiunge una pipeline di altri 12 impianti, del valore di circa 300 milioni, in Lazio, Campania, Puglie e Molise, per un investimento complessivo di 600 milioni. La costruzione dei primi di questa seconda pipeline inizierà ad aprile, l’obiettivo è farli rientrare nell’incentivo Pnrr e quindi concludere i lavori entro il 30 giugno 2026. Una spinta al biometano del Sud per una tecnologia che tradizionalmente si è sviluppata a Nord.

Biometano, CO2, fertilizzanti

Il progetto prevede il trattamento di biomasse di scarto di provenienza agricola – al 60% deiezioni di bovini, di polli e la sansa di scarto dalla lavorazione dell’olio – tramite processo accoppiato anaerobico e aerobico che permette la produzione di biometano, immesso direttamente nella rete di trasporto e distribuzione di gas italiana, di C02 di origine biologica e di fertilizzanti organici.
«Ogni impianto all’anno tratterà circa 100mila tonnellata di biomassa in entrata producendo 4.235.000 metri cubi di biometano, 6mila tonnellate di CO2 e un ammendante organico, che deriva dal digestato. Siamo in contatto con diversi operatori per accordi di fornitura di entrambi questi prodotti», spiega il direttore generale di Retina Franco Torra.

Inquinamento da nitrati

Riccardo paganelli, fondatore di Actaros Renewables, sottolinea come il progetto aiuti anche a ridurre l’inquinamento da nitrati delle acque superficiali e profonde dei terreni agricoli, per cui l’Italia ha ricevuto nel 2023 da parte della Commissione Ue un parere motivato per non aver pienamento rispettato la direttiva Nitrati (direttiva 91/676/CEE): «Siamo nel cuore della produzione della bufala campana, con grande concentrazione di allevamenti. Qui le deiezioni vengono sversate in spazi ridotti. La nostra piattaforma di impianti può offrire un corretto trattamento in aree critiche come queste. Senza contare che il biometano e la CO2 prodotti e destinati a utilizzo umano sono sottratti alla dispersione nell’ambiente».

Fonte: ilsole24ore.com

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